La parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato.1Pt,25

domenica 11 giugno 2023

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Continuando il nostro cammino alla ricerca delle “vie” per dialogare con Dio, al seguito di P. Eymard, giungiamo a quella che possiamo definire la sua “VIA” privilegiata. Il dialogo d'amore, la ricerca della volontà di Dio, conducono Pier Giuliano all'incontro con l'amore di Dio nell'Eucaristia.

Un biografo lo ha chiamato: “L'uomo di un unico amore”, riferendosi all'Eucaristia; altri lo hanno definito “il pazzo dell'Eucaristia”. Questo per indicare qualcosa di quello che è stata la scoperta della presenza di Dio-Amore nella realtà del pane consacrato.

Possiamo dire che l'Eucaristia si è rivelata come una lente di ingrandimento che ha concentrato tutto l'amore di Dio nel suo cuore, tanto da conquistarlo, da accendere un fuoco d'amore che ha divorato la sua vita.

Alcune tappe hanno segnato questa scoperta d'amore e hanno portato P. Eymard a concentrare tutta la sua attenzione sulla presenza di Gesù Cristo nell'Eucaristia.

E' a partire dagli anni '40 che possiamo notare qualche segno di questo amore esclusivo; per esempio, nel 1841 egli medita sull'amore di Gesù nel SS. Sacramento e scrive:

“E' per me che Gesù Cristo ha istituito l'Eucaristia, che bontà! E' per me che resta nel tabernacolo, che amore paziente!”.

Durante la festa del Corpus-Domini del 1845 Eymard è invitato a portare il SS. Sacramento durante la processione. In questa occasione sente una grande attrattiva verso Gesù Cristo, la sua anima è penetrata da fede e amore verso Gesù nel suo divino sacramento. Decide di portare tutto il mondo alla conoscenza e all'amore di Nostro Signore, di non predicare che Gesù Cristo e Gesù Cristo Eucaristia.

La Presenza di Gesù nell'Eucaristia diviene il luogo dove l'amore di Dio è in attesa del cuore dell'uomo. L'Eucaristia è segno e causa dell'amore, un amore privilegiato di cui non si può dubitare; e l'amore chiama amore.

“Amate Gesù nel suo divin Sacramento d'amore, è l'oasi del deserto, è la manna celeste del viaggiatore, è l'arca santa, è la vita, il Paradiso dell'amore sulla terra”.

Nel 1851, nell'esperienza al santuario di Fourvière, Eymard definisce l'Eucaristia “tutta la religione dell'amore”. Amore è il suo nome, perché ne è la causa dell'istituzione, della perpetuità, e ne è il fine.

Fondando la congregazione dei religiosi del SS. Sacramento (1856), la congregazione delle Ancelle del SS. Sacramento (1858), chiamando sacerdoti e laici a condividere la vita eucaristica, dedicandosi alle prime comunioni dei giovani operai, Eymard vuole rendere partecipi gli uomini del suo tempo della sua scoperta: il Dio amico dell'Eucaristia, un Dio che ama l'uomo all'inverosimile e chiede di vivere un rapporto di amicizia.

“Nostro Signore ama talmente l'uomo che non può separarsi da lui, anche nel suo stato di gloria. L'Eucaristia è la sua incarnazione continuata, moltiplicata, perpetuata fino alla fine del mondo, egli vuole vivere vicino all'uomo”.

“Se gli uomini sapessero quanto amore è costato a Gesù Cristo l'istituzione dell'Eucaristia, sarebbero in una perpetua estasi di ammirazione e di riconoscenza”.

“L'Eucaristia riassume, racchiude in se stessa tutto l'amore degli altri misteri della vita e della morte di Gesù”.

“La Santa Eucaristia è Gesù passato, presente e futuro... è dire tutto dicendo l'Eucaristia! E' Gesù Sacramentato... Beata dunque l'anima che sa trovare Gesù nella SS. Eucaristia e in Gesù Ostia ogni cosa”.

Per lui l'Eucaristia diviene il punto di convergenza di tutti i misteri della vita di Gesù Cristo:

“L'Eucaristia racchiude in se stessa tutte le grazie e tutto l'amore degli altri misteri della vita di Gesù Cristo”.

“Con l'Eucaristia, non invidio la dolcezza di Betlemme, l'amabilità di Nazaret, l'ospitalità di Betania. Ho tutti questi stati, tutti questi amori, tutte queste grazie nello Stato Eucaristico di Gesù”.

“La Divina Eucaristia è la sintesi ineffabile della vita mortale e della vita gloriosa di Gesù Cristo, messo a disposizione del cristiano affinché abbia la grazia dell'uno e dell'altro, e onori il Divin Maestro nei suoi due stati... L'Eucaristia è tutti questi misteri insieme. Gesù vi è presente sotto tutte le forme, nello stato di tutte le virtù della sua vita mortale”.

Il culto solenne dell'esposizione che egli propone, oltre alla frequenza alla comunione e la partecipazione alla Messa, ha come scopo quello di ricreare rapporti di amicizia e di famiglia attorno all'Eucaristia, di risvegliare la fede addormentata di tanti uomini onesti, ma che non conoscono più Gesù Cristo, perché non sanno più che è loro vicino, loro amico e loro Dio.

Il Dio amico dell'Eucaristia chiede a sua volta di avere verso di lui un amore di AMICIZIA.

“C'è l'amore di coscienza (legge e preoccupazione della salvezza), c'è l'amore pio (vita devota, preghiere, opere...). C'è l'amore di amicizia: pochi ne vivono, anche fra i devoti e perfino tra le persone consacrate. E' la vita di ogni anima che vive non soltanto per Gesù ma di Gesù... che scorge in tutto le prove del suo amore. Bisogna stabilire la propria dimora nella stanza segreta della sua divina carità”.

L'amore è il punto di partenza di Dio verso la sua creatura, di Gesù Cristo verso l'uomo, niente di più giusto che sia pure quello dell'uomo verso Dio. E' la via della perfezione cristiana, cioè: la vita di comunione con Dio.

Eymard ricorda due vie, per arrivare alla perfezione. La prima è quella del dovere: si va progressivamente dal lavoro delle virtù all'amore che è il vincolo della perfezione. E' una via lunga e penosa, pochi vi arrivano, molti si scoraggiano di fronte alle difficoltà.

La seconda: più corta, più nobile, è quella dell'amore, ma dell'amore sovrano.

“Prima di agire il discepolo comincia con lo stimare e l'amore: l'amore segue la conoscenza; e per l'amore l'adoratore si slancia prima di tutto con ali di aquila fino alla cima della montagna, fino al Cenacolo, dove l'amore ha la sua dimora, il suo trono, il suo tesoro, le sue opere. E là come aquila reale, contempla questo sole d'amore, per conoscerne bene la bellezza e la potenza. Osa, anche, come il discepolo amato, riposarsi sul petto del Signore tutto bruciante di amore, per riscaldarsi, ritemprarsi, fortificarsi, e partire di là, come la folgore dalla nube, come i raggia dal sole”.

Termino questa breve, e incompleta, presentazione della “via” privilegiata di Eymard nel dialogo con Dio con le sue parole scritte nel ritiro di Saint-Maurice, nel 1868:

“Ho proprio chiesto a N.S. di rinnovarmi in quella prima grazia. Gesù è là solo, dimenticato dai suoi - sterile nel suo Sacramento. Ho proprio chiesto la risurrezione di quella grazia - dal mio stato così addolorato, così triste, così desolato da tre anni. Sì, il mio cuore ha sempre amato Gesù ostia; nessuno ha avuto un cuore così”.

Sacro Cuore di Gesù Confido e Spero in Te!

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