La parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato.1Pt,25
domenica 30 aprile 2023
1/5/2023-S.Giuseppe Artigiano
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sabato 29 aprile 2023
30/4/2023
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Dagli stessi fedeli della Chiesa primitiva si faceva un costante ricorso a Maria come potente aiuto dei cristiani. Ciò è dimostrato in modo particolare dalla generale commozione cagionata dalla notizia di sua vicina partenza dal mondo.
Non solo quei di Gerusalemme ma i fedeli ancora dei dintorni della città si affollarono intorno alla povera casa di Maria, bramosi di contemplare ancora una volta quel volto benedetto. Commossa Maria nel vedersi circondata da tanti figliuoli che le dimostravano colle lagrime l´amore che le portavano e il dolore che sentivano nel doversi separare da lei fece loro le più calde promesse; che li avrebbe assistiti dal cielo, che in cielo alla destra del suo divin Figliuolo avrebbe avuto maggior potere ed autorità e tutto avrebbe adoperato in benefizio degli uomini. Ecco come S. Giovanni Damasceno racconta questo maraviglioso avvenimento:
Al tempo della gloriosa dormizione della Beata Vergine, tutti i santi Apostoli, i quali percorrevano l´orbe della terra per la salvezza delle nazioni furono in un momento trasportati in Gerusalemme. Quivi giunti apparve loro una visione d´angeli e si fece sentire una soave armonia di podestà celesti, e così Maria circondata di gloria divina rese l´anima santa nelle mani di Dio. Quindi il suo corpo trasportato col canto degli Angeli e degli Apostoli, fu posto in un feretro e portato a Getsemani, nel qual luogo il canto degli Angeli si fe´ sentire per tre giorni continui. Dopo tre giorni il canto angelico cessò. S. Tommaso, che non erasi trovato cogli altri Apostoli alla morte di Maria, giunse al terzo giorno e avendo manifestato vivissimo desiderio di venerare quel corpo che era stato l´abitazione di un Dio, gli Apostoli che là ancor si trovavano, apersero il sepolcro, ma in nessuna parte il sacro corpo di lei poterono rinvenire. Avendo però trovato i panni-lini in cui era stato avvolto, i quali esalavano un odore soavissimo, chiusero il tumulo. Sommamente maravigliati di quel miracolo questo solo poterono conchiudere, che Colui, a cui era piaciuto di prender carne da Maria Vergine, farsi uomo e nascere quantunque fosse Dio, il Verbo ed il Signore della gloria e che dopo il parto serbò intatta la verginità di lei, abbia pure voluto che il corpo immacolato di essa dopo la morte, conservatolo incorrotto, fosse onorato colla traslazione al cielo prima della risurrezione comune ed universale (fin qui S. Giovanni Damasceno).
Un´esperienza di diciotto secoli ci fa vedere in modo luminosissimo che Maria ha continuato dal cielo e col più gran successo la missione di madre della Chiesa ed ausiliatrice dei cristiani che aveva incominciato sulla terra. Le grazie innumerevoli ottenute dopo la sua morte fecero propagare colla massima celerità il suo culto di modo che anche in quei primi tempi di persecuzione, dovunque sorgeva il segno della Religione Cattolica, ivi pure scorgevasi l´immagine di Maria. Anzi fin dai giorni in cui viveva ancora Maria si trovarono già molti divoti di lei che si raccolsero sul monte Carmelo e colà convivendo in comunità si erano dedicati in tutto e per tutto a Maria.
Non ispiaccia al divoto lettore che riferiamo questo fatto quale si trova narrato nell´uffizio di S. Chiesa sotto al giorno 16 luglio, festa della Beata Vergine del monte Carmelo.
Nel sacro giorno della Pentecoste essendo stati riempititi dello Spirito Santo gli Apostoli, molti fervorosi fedeli (viri plurimi)( eransi dati a seguire gli esempi dei santi profeti Elia ed Eliseo, e alla predicazione di Giovanni Battista si erano preparati alla venuta del Messia. Dopo aver vedute verificate le predizioni che avevano dal gran Precursore udite eglino abbracciarono subito la fede evangelica. Presi poi da speciale affetto verso la Beatissima Vergine, mentre essa tuttora viveva, presero ad onorarla talmente che sul monte Carmelo, dove Elia aveva veduto ascendere quella nuvoletta, che fu un´insigne figura di Maria, costrussero alla medesima Vergine un piccolo santuario. Quivi radunandosi essi tutti i giorni con pii riti, preghiere e lodi la veneravano come singolare protettrice dell´Ordine. Per la qual cosa cominciarono qua e colà a chiamarsi i fratelli della beata Vergine del monte Carmelo. In progresso di tempo i sommi pontefici non solo confermarono questo titolo, ma concessero eziandio speciali indulgenze. Maria poi diede ella stessa la denominazione, accordò la sua assistenza a questo instituto, stabilì per loro divisa un sacro scapolare, che diede al beato Simone Stok inglese affinché con quest´abitino celeste si distinguesse quel sacro ordine e venisse protetto da ogni male chi lo portasse.
Appena poi gli Apostoli vennero nelle nostre contrade a portar la luce del Vangelo, non tardò la divozione di Maria a germogliare in Occidente. Quelli che visitano le catacombe di Roma, e ne siamo testimoni oculari, trovano tuttora in quei sotterranei antiche immagini che rappresentano o lo sposalizio di Maria con S. Giuseppe, o l´assunzione di Maria al cielo, ed altre esprimono la Madre di Dio col bambino in braccio.
Un rinomato scrittore dice, che «nei primi tempi della Chiesa ebbesi per man dei cristiani un tipo della Vergine nel modo più soddisfacente che comportar poteva la condizione dell´arte a quei tempi. Il sentimento della modestia che splendeva, al dir di S. Ambrogio,1 in queste immagini della Vergine, prova che in difetto d´una effigie reale della Madre di Dio l´arte cristiana saputo aveva riprodurre in essa le sembianze dell´anima sua, quella fisica bellezza simbolo della perfezione morale che far non si poteva di non attribuire alla Vergine divina. Questo carattere pure si trova per quanto l´inettitudine degli artefici e la mediocrità del lavoro il comportano in certe pitture delle catacombe, nelle quali la Vergine è dipinta a sedere con Gesù Bambino sulle ginocchia, ora in piedi ed ora in mezza figura sempre in guisa che sembra conforme ad un tipo ieratico».2
1 S. Ambros. de Virg., 1. II, c. 2. Ut ipsa corporis facies simulacrum fuerit mentis, figura probitatis.
2 Raval-Rochette. Catacombe di Roma c. VI. Ventura. Bellezze della fede. Lettura § 10.
«Nelle catacombe di sant´Agnese, scrive il Ventura, fuori la Porta Pia, in cui si vedono non solo sepolcri, ma oratorii ancora dei cristiani del secondo secolo ripieni di immense ricchezze d´archeologia cristiana e di memorie preziosissime del primitivo cristianesimo, si trovano in gran copia immagini di Maria col divino Infante nelle sue braccia che attestano la fede dell´antica Chiesa intorno alla necessità della mediazione di Maria per ottenere grazie da Gesù Cristo, ed intorno al culto delle sacre immagini che l´eresia ha tentato di distruggere, tacciandole di novità superstiziosa»
Aedificavit sibi domum. Prov. c. IX, v. 1.
Maria si edificò Ella stessa una casa.
TORINO
TIP. DELL´ORATORIO DI S. FRANC. DI SALES.
1868.
«È da te, o Vergine Maria,
che ci vengono
questo Corpo e questo Sangue,
che ci innalzano a sì alta dignità,
invidiata persino dagli angeli.
Benedetta tu in ogni luogo
per averci fatto
questo dono prezioso.
O Madre ammirabile,
effondi nei nostri cuori
tutte le tue virtù,
affinchè il dolcissimo Gesù
vi dimori con piacere.
Versa il tuo amore in noi,
per amare il tuo caro Figlio
attaverso di te.
O Gesù, la tua Santa Madre
è nostro perfetto supplemento,
vieni dunque subito in noi
per unirci al Padre tuo;
o meglio, vieni nel suo Cuore
che compenserà il nostro poco fervore.
Amen»
Montfort
Cantico 134, 11-13
Aggiungo queste parole di Santa Caterina e una foto della nostra Beata Ludovica Albertoni che ringrazio sempre,foto scattata stamattina in occasione dell'ingresso di nuovi ammessi in Fraternità Ofs che affiderei alla Beata Vergine Maria
Buon proseguimento d'Oggi 🕊🙂
venerdì 28 aprile 2023
29/4/2023
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giovedì 27 aprile 2023
28/4/2023
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MARIA MANIFESTA NELLE NOZZE DI CANA IL SUO ZELO E LA SUA POTENZA PRESSO SUO FIGLIO GESÙ
Nel Vangelo di S. Giovanni troviamo un fatto che dimostra chiaramente la potenza e lo zelo di Maria nell´accorrere in nostro aiuto. Noi riferiamo il fatto quale ce lo narra l´evangelista S. Giovanni al c. II.
In Cana di Galilea vi fu uno sposalizio ed era quivi la madre di Gesù. E fu invitato anche Gesù co´suoi discepoli alle nozze. Essendo venuto a mancare il vino, disse a Gesù la madre: Essi non hanno più vino. E Gesù le disse: Che ho io a fare con te, o donna? Non è per anco venuta la mia ora. Disse la madre a coloro che servivano: Fate quello che ei vi dirà. Ora vi erano sei idrie di pietra preparate per la purificazione giudaica, le quali contenevano ciascuna da due a tre metrete. Gesù disse loro: Empite d´acqua quelle idrie. Ed essi le empirono fino all´orlo. E Gesù disse loro: Attingete adesso e portate al maestro di casa. E ne portarono. E appena ebbe fatto il saggio dell´acqua convertita in vino, il maestro di casa, che non sapeva d´onde questo uscisse (lo sapevano però i servi che avevano attinta l´acqua), il maestro di casa chiama lo sposo e gli dice: Tutti servono da principio il vino di miglior qualità, e quando la gente si è esilarata, allora danno dell´inferiore, ma tu hai serbato il migliore fino ad ora. Così Gesù in Cana di Galilea diede principio a far miracoli e manifestò la sua gloria e in lui credettero i suoi discepoli.
Qui S. Giovanni Grisostomo domanda: Perché Maria aspettò a questa occasione delle nozze di Cana ad invitare Gesù a far miracoli e non lo pregò di farne prima? E risponde, che ciò fece Maria per ispirito di sommissione alla divina provvidenza. Per trent´anni Gesù aveva menato vita nascosta. E Maria che faceva preziosa conserva di tutti gli atti di Gesù, conservabat haec omnia conferens in corde suo, come dice S. Luca (capo II, v. 19), venerava con rispettoso silenzio quell´umiliazione di Gesù. Quando poi si accorse che Gesù aveva cominciata la sua vita pubblica, che S. Giovanni nel deserto aveva già cominciato nelle sue prediche a parlare di lui e che Gesù aveva già dei discepoli, allora secondò l´avviamento della grazia con quello stesso spirito di unione a Gesù con cui aveva per trent´anni rispettato il suo nascondimento ed interpose la sua preghiera per sollecitarlo a fare un miracolo e manifestarsi agli uomini.
S. Bernardo, nelle parole Vinum non habent, non hanno vino, ravvisa una grande delicatezza di Maria. Ella non fa una prolissa preghiera a Gesù come Signore, né gli comanda come a figlio; non fa che annunziargli il bisogno, la mancanza del vino. Coi cuori benefici e propensi alla liberalità non occorre di strappare colle industrie e colla violenza la grazia, basta proporre 1´ occasione (S. Bernardo serm. 4 in cant.).
L´angelico dottore S. Tommaso ammira in questa breve preghiera la tenerezza e la misericordia di Maria. Imperocché è proprio della misericordia il reputar nostro il bisogno altrui, giacché la parola misericordioso vuol quasi dire cuore fatto pei miseri, per sollevare i miseri, e cita qui il testo di S. Paolo ai Corinti: Quis infirmatur et ego non infirmor? Chi è infermo, che non sia io infermo? Or siccome Maria era piena di misericordia, voleva provvedere alla necessità di questi ospiti e perciò dice il Vangelo: Mancando il vino, lo disse la Madre di Gesù a lui.
Onde ci anima S. Bernardo a ricorrere a Maria perché se ebbe tanta compassione della vergogna di quella povera gente e loro provide, quantunque non pregata, quanto più avrà pietà di noi se la invochiamo con fiducia? (S. Bernardo serm. 2 dominicae II Èpif.).
S. Tommaso loda poi ancora la sollecitudine e diligenza di Maria nel non aspettare che il vino fosse del tutto mancato ed i convitati venissero ad accorgersene con disonore degli invitanti. Appena fu imminente il bisogno trasse opportuno il soccorso secondo il detto del Salmo 9: Adiutor in opportunitatibus, in tribulatione.
La bontà di Maria verso di noi dimostrata in questo fatto splende maggiormente nella condotta che tenne dopo la risposta del suo divin figliuolo. Alle parole di Gesù un´anima meno confidente, meno coraggiosa di Maria, avrebbe desistito dallo sperare più in là. Maria invece per nulla conturbata si rivolge ai servi della mensa e dice loro: Fate quello che egli vi dirà. Ouodcumque dixerit vobis, facite (cap. II, v. 4). Come se dicesse: Sebbene sembra che neghi di fare, tuttavia farà (Beda).
Il dotto P. Silbeira enumera un gran complesso di virtù che risplendono in queste parole di Maria. Diede la Vergine (dice questo autore) luminoso esempio di fede, imperocché sebbene udisse dal figliuolo la dura risposta: Che ho da fare con te, tuttavia non esitò. La fede quando è perfetta, non esita a fronte di qualunque avversità.
Insegnò la fiducia: imperocché sebbene udisse dal figliuolo parole che sembravano esprimere una negativa, anzi, come dice il ven. Beda sopracitato, poteva la Vergine credere benissimo che Cristo avrebbe respinto le sue preghiere, tuttavia operò contro la speranza, molto confidando nella misericordia del figlio.
Insegnò l´amore verso Dio, mentre procurò che con un miracolo se ne manifestasse la gloria. Insegnò l´obbedienza mentre persuase ai servi di obbedire a Dio non in questo né in quello ma in ogni cosa senza distinzione; quodcumque dixerit, qualunque cosa vi dirà. Diede pure esempio di modestia mentre non approfittò di questa occasione per gloriarsi d´essere madre d´un tanto figlio giacché non disse: Qualunque cosa vi dirà mio figlio; ma parlò in terza persona. Inspirò ancora la riverenza verso Dio col non pronunziare il santo nome di Gesù. Non ho ancora mai trovato, dice questo autore, nella Scrittura che la beata Vergine abbia pronunziato questo santissimo nome per la somma venerazione che ne professava. Diede esempio di prontezza, imperocché non li esorta ad udire ciò che avrebbe detto, ma a farlo. Insegnò finalmente la prudenza colla misericordia, poiché disse ai servi che facessero qualunque cosa avesse loro detto affinché quando avessero inteso l´ordine di Gesù di riempir d´acqua le idrie, non lo avessero imputato una ridicolaggine: era proprio d´una misericordia somma e prudente il prevenire che altri cada nel male (P. Silveira tom. 2, lib. 4, quest. 21).
MARAVIGLIE
DELLA MADRE DI DIO
invocata sotto il titolo
DI MARIA AUSILIATRICE
Raccolte dal Sacerdote
GIOVANNI BOSCO
Aedificavit sibi domum. Prov. c. IX, v. 1.
Maria si edificò Ella stessa una casa.
TORINO
TIP. DELL´ORATORIO DI S. FRANC. DI SALES.
1868.
Ho scoperto che ci sono anche cantati...non lo sapevo ma ogni giorno scopro una cosa...bellissimi ma vi risparmio perché tutti in franc3se
Questo ricorda Hymne A L'Amour di Edith Piaf che, tra l'altro,ha una storia legata a Santa Teresina di Lisieux.
Oggi è 27 e per rimanere in Francia,Rue du Bac Parigi,la preghiera va a Lei se volete🤗
O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di lacrime, ma sappiamo pure che vi sono giorni in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Madre, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno benedetto, da te prescelto per la manifestazione della tua Medaglia. Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in questo giorno a te così caro, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d’affetto e pegno di protezione. Noi ti promettiamo che: la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro cuore e lo farà palpitare all’unìsono col tuo, lo accenderà d’amore per Gesù e lo fortificherà, per portar ogni giorno la nostra croce dietro di Lui.
Ave, Maria
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi
Questa è l’ora, o Maria, della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l’ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fa, o Madre, che quest’ora, che ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a portarci il rimedio di tanti mali, sia anche l’ora nostra: l’ora della nostra sincera conversione, e l’ora del pieno esaudimento dei nostri voti. Tu, che hai promesso che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia, volgi benigno il tuo sguardo su di noi. Confessiamo di non meritare le tue grazie. Ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi, dunque, pietà di noi. Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l’amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia.
Ave, Maria
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi
O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i suoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. Ma specialmente permetti, o Maria, che, in quest’ora solenne, ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli che sono più bisognosi della tua misericordia. Ricordati che anch’essi sono tuoi figli, per i quali hai sofferto, pregato e pianto. Salva tutti i tuoi figli per poterti un giorno ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Amen.
Salve, Regina
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi